Quando il motociclismo diventa Ahi-tech

Tutti vogliamo un mondo migliore, meno inquinato, all’insegna di tecnologie ecosostenibili…

E anche noi di C24 amiamo l’evoluzione e soprattutto l’innovazione tecnologia in ogni sua forma.

Sabato, grazie ad un invito come ospiti Vip all’Energica Day 2018 , abbiamo deciso di mettere da parte i nostri pregiudizi (#chissàchetristezzanonsentireilrombo) e di fare il test ride su strada di una moto elettrica.

 

No, non stiamo parlando degli scooterini gialli che si vedono in giro per Milano.

Siamo saliti in sella a una vera motocicletta elettrica, una Energica Eva che – almeno a prima vista – poco ha da invidiare a una delle “cattive” della Ducati e della Honda.

Io (The Eye) e The Driver facciamo subito un bel giro di ricognizione.

“Sì, il telaio sembra fatto bene”, “dischi della Brembo e steli Ohlins non male”, “145 cv dovrebbero farsi sentire”…

The Eye: – Ma… manca… un pezzo! –

The Driver: – Beh, sì, è elettrica, non ha mica lo scarico. –

Il gelo. Non ero preparata. E soprattutto non ero pronta ad affrontare la dura realtà: lo scarico, simbolo della mascolinità per eccellenza (ricordiamo tutti le sfide dei compagni di scuola), aveva lasciato il posto a… cosa? Davvero la moto – in un mondo per fortuna più pulito – è diventata un po’ meno “maschia”?

Dopo 5 minuti buoni passati a girare attorno alla Eva (che già dal nome richiama in maniera decisa l’universo femminile), mi arrendo: lo scarico non c’è. Non c’è davvero.

La transizione è avvenuta, la moto ha perso la sua identità di genere.

Nel frattempo ho perso di vista The Driver e me lo ritrovo al “brief time” insieme all’addetto del team Energica.

Il responsabile tecnico del box spiega, mostra qualche pulsante, fa un paio di battute divertenti… Ma lui niente: The Driver sta lì, mani sui fianchi, ad ascoltare con la faccia di chi sta pensando “Quindi ‘sta cosa non ha le marce? E quindi io, che stiro il CBR in pista, adesso mi devo fare la passeggiata di gruppo?”

Finalmente in sella.

The Driver, contento per aver potuto scegliere quella verde lime (sobria e discreta), si prepara a partire.

Ancora qualche sguardo diffidente alla sua compagna di giro e poi via!

Trenta minuti dopo, eccolo tornare.

Sotto il casco mi aspetto un’espressione un po’ annoiata, ma invece trovo un sorriso incredulo e soddisfatto.

Al mio “Allora?” ecco che parte a raffica, e lo riconosco: è lui, è l’animo da rider che parla, che si entusiasma se può spingere, se “entra bene in piega”, se sente rispondere “la bestia” sotto le sue mani.

The Eye: – E il rumore? Niente, vero? –

 

The Driver: – No, ma ti dirò… piacevole quel silenzio! E comodo anche che non devi pensare allemarce! Ti godi il viaggio! C’è meno inerzia e quindi è più regolare nell’erogazione, è più semplice, docile… Niente male! Certo, ha quasi gli stessi cavalli di una Streetfighter (Ducati) ma non le sta minimamente dietro, però è divertente –

E quando ormai pensavo che avesse seppellito l’ascia di guerra (l’irresp

onsabilità dei 20 anni), mi giro e…

The Driver: – Adesso voglio provare questa! –

(ndr: Energica Ego, 145 cv)

…to be continued

Le nostre considerazioni possono essere riassunte nel fatto che l’evoluzione tecnologica in questo caso ha fatto centro.

La moto è piacevolissima da guidare, l’erogazione è molto costante e spinge bene fino ai massimi regimi, mantenendo l’assetto della moto costante.

Grazie a un’inerzia regolare del motore elettrico non si avverte quasi per nulla il classico effetto on/off in uscita di curva, e il suono elettrico, che appena si avverte, ti dà la sensazione di scivolare via senza la minima fatica. Sembra di volare, e dopo un po’ quasi ti piace… Forse al punto che potresti anche dimenticare le vecchie abitudini.

L’assenza di marce non fa perdere il divertimento nella guida sportiva, e oramai con le moderne auto ci siamo abituati a farne a meno. E in città dà quella comodità che fa solo piacere e previene tendiniti da frizione.

Mentre si viaggia è molto facile accedere alle mappe, si può impostare il tipo di erogazione del motore (eco/comfort e sport) e la forza del freno motore può variare da soft/medium/ high/drift; quest’ultima regolazione è molto importante:  si entra in curva in piena trazione e non fa rimpiangere la scalata di assestamento.

Il telaio a traliccio ricorda le più famose vicine di casa ma i tecnici al box ci hanno assicurato che è tutta ingegneria interna,  mentre le parti meccaniche più importanti sono, come per le concorrenti, in partnership con leader di mercato (Brembo, Ohlins, ecc).

Che dire, oggi sicuramente rappresentano una valida alternativa e domani, forse, saranno il futuro.

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